La chiesa parrocchiale
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LA STORIA
Nel 1912 l’ing. Elia Fornoni presentò due progetti, uno di ampliamento della vecchia Parrocchiale e l’altro di una nuova Chiesa che prevedeva un grande edificio a tre navate, sormontato da una cupola.
Il secondo progetto riscosse il favore della popolazione di Ponte San Pietro e il 13 settembre 1913 Sua Ecc. Mons. Radini Tedeschi benediceva solennemente la posa della prima pietra. Da quel giorno i lavori continuarono con grande fervore ed in pochi mesi la muratura raggiunse l’altezza di circa 3 m.
La prima guerra mondiale stravolse i pensieri e la vita di tutti ed il cantiere della nuova Chiesa rimase deserto per oltre dieci anni. I lavori ripresero con il coraggio e la determinazione del Parroco don Giovan Battista Lombardi e nell’agosto del 1927 vennero abbattute le mura ormai vecchie di 12 anni e venne presentato un nuovo disegno dell’ing. Dante Fornoni, figlio dell’ing. Elia, che sostituiva le tre navate e la cupola con un’unica maestosa navata e l’aumento d’area di oltre 300 mq.
Tra ostacoli e sacrifici, i lavori proseguirono con buon ritmo e quando nel settembre del 1930 fu terminata la sistemazione del tetto e dell’edificio esterno, ci fu in tutti un senso di viva soddisfazione. Grazie infatti ai sacrifici di “tasche” e di “braccia”, la popolazione di Ponte S. Pietro diede prova di tenacia e generosità, pur trovandosi nel difficile periodo tra le due guerre mondiali. Per citare qualche esempio, gli operai del cotonificio Legler decisero di devolvere un quarto d’ora della loro paga per sovvenzionare i lavori, mentre i cosiddetti “operai del Basso Brembo”, dopo il lavoro e anche fino a mezzanotte, trasportarono dal fiume al cantiere sabbia, ghiaia e pietre necessari per la prosecuzione dei lavori.
Anche la seconda fase dell’opera, con la decorazione della chiesa, si prospettava molto impegnativa, ma l’infaticabile e solerte Parroco don Lombardi sollecitò ancora la generosità dei suoi “figli” e alla fine la chiesa venne consacrata il 28 aprile 1934 dal monsignor Bernareggi con grandi festeggiamenti che durarono due mesi.
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DALLE NOTE ARCHITETTONICHE DELL’ING. DANTE FORNONI
La nuova chiesa ad elementi romanici-lombardi, si presenta con una mole imponente.
La navata centrale su pianta rettangolare con superficie utile di m. 17 x 41,5 smussata negli angoli con due nicchioni racchiudenti due altari frontali - il battistero ed il penitenziario - si slancia a m. 25 di altezza misurato sotto la volta.
Frontalmente si presentano pertanto tre altari: l'altare maggiore, l'altare del Sacro cuore e l'altare di S. Teresa di Lisieux. Essi sono collegati da una maestosa gradinata di sette gradini di marmo scuro di Bardiglio di Carrara con ripiano centrale di tutta lunghezza ad unica balaustra di 17 metri in marmo verde Levante e rosso Francia, lungo la quale sono riprodotti i timoni di una nave.
Quattro grandi cappelle si sfondano sulle pareti laterali.
Gli scomparti sono segnati da pilastri a fasci poggianti su un massiccio basamento in porfido nero lucido, esempio unico di materiale nelle nostre chiese. Su detti fasci di lesene (=semicolonne addossate alle pareti) si impostano a m.10 di altezza gli arconi a sesto acuto della cappella ed a m.15 gli archi a tutto sesto e le nervature a fascio divergente della grande volta nervata.
Quest’ultima si presenta come una grande simmetrica chiglia di nave rovesciata, simbolo della nave della Chiesa guidata da S. Pietro, che dolcemente si raccorda alla volta pure nervata del presbiterio.
La copertura della navata è a ossatura in ferro e tegole curve su manto di travelloni armati.
La superficie utile della navata è di mq. 670; quella della Chiesa è di mq. 1200.
La pavimentazione interna è in marmo bianco e nero della toscana.
All’ esterno il pavimento è in pietra di Bagnatica lavorata parte a punta e parte a bozza. Le colonne sono in granito ghiandone. Il portale è stato completato negli anni ‘60 dallo scultore Stefano Locatelli.
IL CAMPANILE
Progettato nel 1952 da Dante Fornoni, il campanile – rivestito di pietra
lavorata di Credaro e di gialletto spuntato – cominciò a essere costruito
nel febbraio 1955 con il parroco Alberto Casari.
A ottobre, il campanile era pronto fino alla cella campanaria. I lavori
ripresero nella primavera del 1956 e a dicembre fu completata anche
la cuspide (raggiunge gli ottantaquattro metri), la quale è rivestita
con circa trecento metri quadrati di rame proveniente dalla fusione del
pentolame donato a tale scopo dalla popolazione di Ponte San Pietro.
Il febbraio seguente fu acquistato l’orologio e si procedette al completamento
della cella campanaria.
Il concerto di dieci campane venne fuso dalla ditta Angelo Ottolina
nel 1957 e consacrato dal vescovo di Bergamo Giuseppe Piazzi il 15
dicembre seguente.


ALTARE DI SAN CLEMENTE
Non si sa in quali circostanze, nel 1698, la famiglia del barone Scotti
sia entrata in possesso delle spoglie di Clemente. Tuttavia la tradizione
narra della volontà del nobile bergamasco di donare la reliquia
del Santo a una chiesa situata nei dintorni di Ponte San Pietro.
Il carro su cui era caricata la salma avrebbe perso una ruota a ridosso
della porta laterale dell’antica parrocchiale di Ponte e così, data
l’impossibilità di riparare il guasto, il barone avrebbe comandato
che il corpo venisse portato all’interno della chiesa per essere collocato
sotto la mensa di un altare a lui dedicato.
Le sue spoglie rimasero in questo luogo fino al 1934, quando furono
traslate nella nuova parrocchiale. L’altare, progettato da Dante Fornoni,
è realizzato in marmi policromi. Sulla sommità due sculture
in terracotta di Costante Coter raffiguranti la Carità e la Giustizia.
